Le modificazioni imposte dalla società moderna e le nuove acquisizioni in ambito di medicina del sonno rendono necessaria in ambito medico una attenta valutazione della sonnolenza diurna, sia intesa come sintomo di un possibile disturbo del sonno che come conseguenza di inadeguate abitudini.
Cosa intendiamo per sonnolenza? E’ una sensazione che ci informa sul fisiologico bisogno di sonno, ma può diventare una condizione patologica (i.e. eccessiva sonnolenza diurna, ESD) in cui si verificano addormentamenti in momenti della giornata e in condizioni inappropriate, potenzialmente pericolose per il soggetto e l’ambiente.
La diffusione del fenomeno ESD è variabilmente stimata in funzione della definizione operativa che ne viene fornita, inclusiva o meno dei concetti di frequenza e conseguenze. Le stime variano dal 2‐5% al 25% della popolazione.
ESD è sintomo cardine delle ipersonnie del sistema nervoso centrale, patologie rare in cui l’ESD può associarsi ad altri sintomi clinici (paralisi del sonno, cataplessia, allucinazioni ipnagogiche) ed essere espressione di una alterata regolazione della vigilanza di origine cerebrale, eventualmente correlata a difetti neurotrasmettitoriali (e.g. ipocretina), ma può occorrere anche in conseguenza di diverse patologie mediche/psichiatriche, utilizzo di farmaci/sostanze, privazione di sonno, disturbi del ritmo circadiano, disturbi del respiro in sonno, o in altre condizioni patologiche che alterino la continuità/quantità di sonno notturno.
L’ESD è un pericolo per la salute ed è associata ad aumentato rischio di mortalità, ridotta qualità della vita, aumentato ricorso a medicinali/strutture sanitarie, ed alterazioni delle performance cognitive. L’ESD comporta pertanto un elevato costo per la società.
E’ fondamentale adottare misure di corretta igiene del sonno ed agire promuovendo un corretto stile di vita al fine di ridurre l’ESD nella popolazione. Inoltre è utile individuare i disturbi che sottesi all’ESD ne costituiscono fattori determinanti ed agire in maniera preventiva nell’ambito lavorativo, soprattutto quando si tratti di lavori che si svolgono in orari in cui siamo fisiologicamente predisposti al sonno (lavoro turnista, lavori notturni).
Esistono strumenti precisi per arrivare ad una corretta individuazione dei soggetti che soffrono di ESD e poterne adeguatamente inquadrare le cause nel setting proprio della medicina del sonno. E’ fondamentale una accurata anamnesi, corredata dall’utilizzo di scale soggettive, che guida il clinico nell’utilizzo di strumenti diagnostici di variabile complessità per lo studio del ritmo sonno‐veglia (actigrafia), del respiro in sonno (e.g. poligrafia dinamica ambulatoriale) o del sonno notturno (polisonnografia).
Solo in casi ben selezionati è utile effettuare studi di laboratorio atti a documentare la propensione al sonno (MSLT, strumento utile alla sola caratterizzazione delle ipersonnie di origine centrale), oppure studiare oggettivamente l’abilità del soggetto a resistere al sonno (MWT), o ad effettuare performance di variabile complessità psicomotoria, da semplici tempi di reazione a test di guida simulata (tecniche attualmente utilizzabili a soli fini di ricerca in quanto non validate).
In funzione della diagnosi posta, esistono numerosi approcci comportamentali, strumentali, farmacologici atti a risolvere il disturbo del sonno sotteso all’ESD e pertanto a riportare l’ESD ad una condizione fisiologica.
I pazienti con disturbi caratterizzati da ESD devono essere adeguatamente informati delle possibili ripercussioni di tali condizioni sulla propria idoneità alla guida, considerando peraltro come la sindrome delle apnee ostruttive in sonno sia inclusa in una recente direttiva europea sulla sicurezza stradale. Oltre alle cautele inerenti l’idoneità alla guida, i disturbi con ESD possono minare anche la validità psico‐fisica della persona fino a determinare una vera e propria, seppur talora “invisibile”, disabilità.
La medicina del lavoro si occupa della prevenzione primaria del rischio in ambito lavorativo ed è rivolta pertanto ai lavoratori, siano essi pazienti o persone sane. Ruolo del medico competente è pertanto individuare tra i lavoratori quei soggetti che possono inconsapevolmente avere affezioni morbose (ESD nel caso in oggetto) che ne minino le capacità lavorative e promuoverne pertanto il riconoscimento e la cura. Tale compito deve essere svolto evitando sia che il lavoratore subisca danni, sia che esso possa essere causa di danni a terzi. Inoltre è fondamentale la gestione del rischio sonnolenza al lavoro mediante un continuo processo di valutazione, sorveglianza, informazione ed audit.
FONTE– A.I.M.S.